La notizia che arriva proprio in queste ultime ore è che la riforma del lavoro si farà questo significa che l’articolo 18 sarà modificato. Ecco quindi cosa cambiarà in questa nuova riforma:
- i licenziamenti «discriminatori» saranno considerati nulli, con conseguente reintegro del lavoratore;
- le norme sull’apprendistato, per ridurre la flessibilità;
- nuove formule anche sul fronte degli ammortizzatori sociali
Ma come e cosa cambierà in concreto per i lavoratori?
Cambiano i licenziamenti disciplinari: lo Statuto dei Lavoratori dice che se il giudice accerta la mancanza di una giusta causa dispone il reintegro del lavoratore, con la nuova riforma invece è prevista la scelta del giudice fra il reintegro o l’indennità. Il risarcimento varierebbe da un minimo di 15 mensilità a un massimo di 27 sull’ultima retribuzione. Per i licenziamenti economici sarebbe invece previsto solo l’indennizzo, sempre con il limite delle ventisette mensilità.
Viene incentivato il contratto di apprendistato che diventa la normale modalità di ingresso nel mondo del lavoro. I contratti a termine costeranno l’1,4 per cento in più e saranno rinnovabili fino a un massimo di 36 mesi. Il rapporto di lavoro diventa subordinato dopo sei mesi ovvero, dopo 36 mesi di contratto a tempo determinato scatterà l’assunzione a tempo indeterminato. I contratti di associazione in partecipazione potranno riguardare solo i familiari di primo grado.I nuovi ammortizzatori sociali andranno a regime dal 2017. Spariscono la mobilità e la cassa integrazione in deroga, sostituite dall’Aspi (Assicurazione sociale per l’impiego). L’indennità di disoccupazione avrà una durata di 12 mesi e 18 per i lavoratori over 55 e importi lordi massimi – per il primo semestre, poi destinati a ridursi – di 1.119 euro al mese.
Sarebbero previsti dei fondi di solidarietà per chi perde il lavoro ma è vicino alla pensione. La proposta del Governo sulle partite Iva prevede l’introduzione di lavoro subordinato dopo 6 mesi, se la prestazione di lavoro è presso un committente.Per favorire l’occupazione delle donne e per conciliare i tempi di lavoro e famiglia verranno sperimentati dei congedi di paternità obbligatori che saranno finanziati dal ministero del Lavoro.
Fonte immagine: http://achillepassoni.ilcannocchiale.it/2011/12/18/nessuno_tocchi_larticolo_18.html