Fortunatamente negli ultimi anni il ruolo della casalinga è stato rivalutato e il suo operato è considerato anche in termini di legge un vero e proprio lavoro a tutti gli effetti, anche se non retribuito. Non poteva essere altrimenti proprio per la responsabilità che si ha nei confronti di bambini o anziani da accudire, per la cura della casa e di tutti gli ambienti familiari.
In effetti, prima della Legge n.493 del 1999 la casalinga non aveva un ruolo ben definito nel mondo del lavoro, ma in seguito a questa norma si è giunti al riconoscimento come “lavoratrice in ambito domestico” con la conseguente tutela della sua salute e dell’integrità personale attraverso l’istituzione di un’assicurazione obbligatoria contro i possibili infortuni in casa e la pensione cosiddetta “minima” raggiunta l’età predefinita dallo Stato. Naturalmente è una legge rivolta esclusivamente a persone che non svolgono altre attività lavorative riconosciute.
L’assicurazione è gestita dall’Inail e deve essere sottoscritta da chi svolge questa professione tra i 18 e i 65 anni di età. Consiste in una quota da versare all’inizio di ogni anno, precisamente 12,91 euro tramite bollettino postale o direttamente all’Ente preposto. Hanno l’esenzione le famiglie con reddito complessivo di 9.296,22 euro.
Non è rivolta alle sole donne, ma anche a ragazze e ragazzi in cerca di prima occupazione, agli studenti, ai pensionati che non hanno raggiunto i 65 anni, ai cittadini stranieri che risiedono abitualmente in Italia, ai lavoratori in cassa integrazione, in mobilità, a tempo determinato e agli stagionali.
Effettivamente gli incidenti domestici sono molto diffusi, in maggioranza ci sono le cadute da sedie o scale e le distorsioni, poi anche tagli, ustioni scosse elettriche e altri tipi di ferite. In questi casi l’Inail riconosce persino una rendita permanente se l’entità del danno provoca una invalidità superiore al 27% e risarcisce i superstiti in caso di morte.