Come già abbiamo accennato in un articolo di qualche giorno fa, la Cooperativa Sociale è una realtà che negli ultimi decenni sta prendendo sempre più piede nel panorama lavorativo italiano. Intervistiamo brevemente il Presidente della Cooperativa Sociale “ Padre Pio da Pietrelcina” di Cerignola, una cittadina in provincia di Foggia.
Da cosa è nata l’idea di costituire una Cooperativa Sociale?
Il tutto è nato dalla necessità. Dopo aver perso il lavoro a 36 anni in seguito ad un incidente per mancanza delle giuste precauzioni da parte dell’azienda, ho cominciato a cercare delle alternative per cercare di continuare a mantenere la mia famiglia. Così insieme ad alcuni amici che si trovavano nella mia stessa situazione, abbiamo deciso di “inventarci” il lavoro.
Che tipo di attività svolgete?
Ci occupiamo delle categorie sociali più disagiate: disabili, anziani e bambini che vivono situazioni familiari difficili, molti sono minori a rischio. Accompagniamo i disabili a scuola e a fare le loro terapie quotidiane. Gestiamo un Centro sociale in cui organizziamo attività sportive e ludiche per gli anziani, oltre a vacanze estive e gite fuori porta, inoltre ogni sabato sera accorrono decine di coppie per partecipare alle serate danzanti, un appuntamento settimanale fisso sempre atteso! Lo stesso centro è frequentato ogni pomeriggio da bambini e ragazzi che con l’aiuto degli operatori svolgono attività di gioco dopo un paio d’ore di sostegno scolastico.
Gli utenti che usufruiscono dei vostri servizi sostengono dei costi?
No, i servizi sono completamente gratuiti perchè comunali. Solamente in occasione di feste e gite, una parte è sostenuta dall’Aministrazione comunale, una parte è a carico loro.
Quali sono le gratificazioni principali di questo lavoro?
Economicamente recepiamo in media stipendi medio-bassi, per questo motivo ogni operatore cerca di associare almeno due attività all’interno della cooperativa, così che due part time riescano a formare alla fine uno stipendio “normale”. Ma le gratificazioni più grandi sono senza dubbio umane. Ricevere un grazie di cuore da un anziano o un abbraccio da un bimbo a cui basta un sorriso, una parola gentile per essere felice, non ha prezzo!
Consiglierebbe ai giovani senza lavoro di “buttarsi” in questo lavoro?
Certamente, Ma solo se si ha una predisposizione alla solidarietà, alla pazienza e all’altruismo.
Decisamente un lavoro impegnativo e pieno di grandi responsabilità, ma anche molto ricco di soddisfazioni a livello personale e umano. Non dimentichiamo però che queste realtà lavorative sono dipendenti comunali molto spesso e di conseguenza “soffrono” economicamente per i forti ritardi dei pagamenti, in quanto le Amministrazioni Comunali sono tante volte in deficit. Quindi 10 e lode alla loro forza di volontà!