La disoccupazione giovanile in Italia ormai ha raggiunto il limite del drammatico. Il morale è basso, c’è chi non cerca neanche più, tanto lavoro non c’è né, chi se ne va all’estero, chi si è rassegnato ai lavori dai contratti settimanali e così via. C’è chi addirittura le professioni se le inventa e si dirige verso l’impossibile pur di portare a casa qualche soldo per continuare a vivere. Insomma non si può più andare avanti così. Adesso ci si mette pure la Fornero con la possibilità di far lavorare i dipendenti fino a 75 anni, insomma noi giovani possiamo pure rassegnarci, se le cose non cambiano qui in Italia per noi non ci sarà futuro.
Ecco perché a tentar di rimediare a questo scenario da film horror, sono intervenuti economisti e sociologi, i quali hanno fornito quattro proposte per i giovani per cercare di aumentare la domanda lavorativa.
La prima proposta verte sull’argomento di diventare imprenditori autonomi, infatti bisognerebbe stanziare fondi per tutti i giovani dai 18 ai 29 anni che intendono aprirsi un’attività, pubblica o privata che sia, di qualunque settore. Le Banche dovrebbero prevedere dei pacchetti agevolati per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro senza reddito, dovrebbero monitorare l’andamento dell’attività e solo dopo un certo periodo di tempo (tempo necessario per dare avvio all’azienda), chiedere i soldi indietro del prestito precedentemente accordato.
La seconda proposta si basa sul programma “youth guarantee”, cioè cercare di formare e aiutare tutti quei giovani appena usciti da scuola o comunque disoccupati da circa 12 mesi. In questo periodo bisognerebbe cercare di riformare i giovani, tramite corsi di formazione, tirocini e apprendistati in maniera da reindirizzarli verso settori con maggior richiesta. Questo compito è adibito ai Centri per l’Impiego, molto famosi negli altri Paesi ma molto scarsi qui da noi. Ecco perché bisognerebbe per prima cosa inserire dipendenti in questi centri più qualificati ed efficienti.
La terza proposta sarebbe quella di ridurre il cuneo fiscale per almeno due anni a tutte quelle aziende che decidono di assumere dei giovani con un contratto stabile. Di conseguenza le aziende sarebbero più propense all’assunzione e i giovani troverebbero più lavoro. Secondo quest’idea, si risolverebbero molti problemi per i quasi 4,5 milioni di disoccupati in tutta Italia.
L’ultima proposta sarebbe quella di finanziare tutti quegli imprenditori che cercano di unire la tecnologia all’artigianato classico, in modo da far aumentare l’economia attuale. In questa maniera, sono molte le aziende che si occupano di artigianato che cercano personale e se ben finanziati, tenderebbero ad assumere nuovi giovani da formare e far lavorare.
Insomma tutte queste proposte sono molto buone, ma come al solito sono sempre ipotesi teoriche, quello che serve all’Italia per risolvere il problema della disoccupazione giovanile è proporre fatti concreti. Quindi ci auguriamo che queste proposte vengano per lo meno lette da chi sta ai vertici.
Fonte immagine – http://www.lavorodignitoso.org/acm-on-line/Home/News/articolo18013265.html